Percorri in bicicletta la via Francigena
- Autore: bici e terme
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- 04 ago, 2018
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Scopri il tratto emiliano pedalando da Fidenza a Fornovo

La Via Francigena ciclabile nasce da un’operazione di guerilla marketing. Risale al 2015 la collocazione di migliaia di adesivi segnavia bianchi e azzurri, con l’icona di un pellegrino all’interno di una ruota, su pali e supporti, per opera di un gruppetto di volontari capeggiati da Alberto Conte, fondatore del Movimento Lento e autore della mappatura dello storico cammino.
Non autorizzati, ma tollerati dai Comuni, gli adesivi – rossi e bianchi per chi cammina – continuano, dopo quella prima campagna di valorizzazione, a segnare i 1.000 chilometri dal Passo del Gran San Bernardo a Roma. La Via inanella le tappe del pellegrinaggio a piedi dell’abate Sigerico di Canterbury a Roma nella sua porzione italiana.
Nell’anno 990 d.C., dopo essere stato ordinato vescovo di Canterbury, Sigerico tornò in patria annotando in un diario custodito alla British Library di Londra tutto ciò che aveva riguardato il suo viaggio: i nomi delle 79 tappe (mansiones) sui 1800 chilometri di percorso attraverso Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia.
Va da sé che la Via Francigena attuale non corrisponda al cammino storico in modo filologico, né quello ciclabile al cammino pedonale. I due percorsi, per pellegrini a piedi e “bicigrini”, sono sovrapponibili per il 50%: per i primi è stato prediletto lo sterrato, per i secondi l’asfalto e le strade a bassa percorrenza di traffico. Per tutti i fondi stradali, compreso l’occasionale acciottolato delle vecchie strade romane, la bicicletta più adatta è la mountain bike o la gravel.
Il tratto emiliano della Francigena, proposto nei pacchetti Bici & Terme, corrisponde a una sorta di spartiacque: la prima sezione del percorso italiano, dal Gran San Bernardo a Fidenza, è prevalentemente pianeggiante, dopo la prima ardita discesa dalle Alpi. Da Fidenza al confine con la Toscana s’incontrano la prime colline pedemontane prima di affrontare l’Appennino.
Dopo Fiorenzuola d’Arda, piccola città sulla via Emilia vicina al borgo medievale di Castell’Arquato con il Teatro Verdi inaugurato nel 1853, ci si ferma volentieri all’Abbazia Cistercense di Chiaravalle della Colomba, del 1135. Pare che la sua posizione sia stata decisa da una colomba che spostò un ramoscello di ulivo a delimitare l’area. In primavera, l’Abbazia è sede dell’Infiorata, la festa religiosa che prevede l’allestimento di un lungo tappeto di fiori.
A Fidenza ci aspetta il Duomo di San Donnino, cattedrale romanica dedicata al patrono dei guadi, con una bella facciata. Da qui si comincia a piegare verso sud, verso le prime colline, attraverso un percorso inizialmente sterrato, tra serre e orti, in direzione di Santa Margherita, dove comincia un interessante saliscendi.
Da Costamezzana, raggiunto Gabbiano, una bella discesa porta a una serie di tornanti in salita fino alla località Santa Lucia che qui chiamano “Piccolo Stelvio”. Rispetto al tracciato della Francigena che invece condurrebbe verso Madesano, questa è una deviazione bella e impegnativa che merita. Da Madesano, lungo il Parco Fluviale del Taro, si procede in direzione sudovest fino a Fornovo. Le tracce sono ben descritte su VieFrangigene.org. Da vedere, la Pieve di Cabriolo, il Castello di Costamezzana e la chiesa di Siccomonte.